Cane aggressivo, ciclista rincorso, aggressione e morso: risarcimento?
Chissà quante volte avremo assistito, divertiti, alla scena di un cane che insegue un ciclista, abbaiandogli contro. Ma che succede se la situazione evolve trasformandosi in un incidente più o meno serio? Se l’uomo in bicicletta cade proprio per via dell’aggressività dell’animale e da questo viene addentato, il suo proprietario deve corrispondergli il risarcimento del danno: egli, infatti, è responsabile per non aver posto in essere un’adeguata custodia sul cane. Salvo dimostri – circostanza comunque tutt’altro che facile – di non aver potuto impedire il fatto, ossia di aver fatto di tutto affinché il quadrupede non azzannasse il passante.
Attenzione, però: prima della condanna al risarcimento del danno (in via civilistica), il padrone dell’animale potrebbe essere chiamato a rispondere (in via penale) dei reati di lesioni personali colpose e omessa custodia di animali.
È quanto si intuisce da una recente sentenza della Cassazione .
La vicenda
Già in passato l’uomo, oggetto della vicenda sfociata poi in un giudizio penale, era stato spaventato dall’atteggiamento aggressivo del quadrupede, che, alla fine, dopo diversi tentativi andati a vuoto, è riuscito a raggiungerlo e a morderlo, provocandogli lesioni guaribili in tre giorni. Anche alla luce di questi precedenti, è stata ritenuta evidente la responsabilità della padrona dell’animale, per non avere provveduto ad una adeguata sorveglianza. Consequenziale la condanna per i reati di lesioni personali colpose e omessa custodia di animali.
Tutto ciò – assieme alla certificazione del Pronto Soccorso, relativa alle ferite riportate dal ciclista – è sufficiente, secondo i giudici, per condannare il proprietario in via penale, rinviando poi al giudice civile la patata bollente della quantificazione del risarcimento del danno.
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